Durante il Medioevo le conoscenze scientifiche erano spesso direttamente collegate alla magia, per questa ragione vi erano molti libri definiti magici che parlavano di riti esoterici, leggende, ricette di vario tipo e terapie mediche. Molti di questi libri erano destinati ad un uso collettivo dato che erano composti da semplici consigli per lo piu' scritti in maniera elementare, altri invece, racchiudevano segreti che potevano essere svelati solo da chi era già stato "addestrato" in precedenza.
Ci sono leggende e misteri che ruotano intorno ai cosidetti libri magici, la maggior parte di essi è andata perduta nel corso degli anni, fortunatamente qualcuno è giunto fino a noi (leggi questo articolo). Una delle leggende più suggestive è quella che riguarda il libro del comando che in Italia dovrebbe essere custodito in diverse regioni. Il libro del comando era in grado di dare poteri eccezionali al suo possessore, consentendo di evocare e dominare le forze occulte ma la sua origine è poco chiara, sono diversi gli autori che sono stati attribuiti a questo libro pieno zeppo di misteri.
Una copia del libro sarebbe conservata alla Biblioteca Laurenziana di Firenze dopo che il suo possessore Cecco D'Ascoli fu condannato al rogo per eresia. Secondo la leggenda, un "libro del comando" apparteneva all'alchimista Pietro Barliario che in seguito divenne frate benedettino. Nel meridione questo libro misterioso è conosciuto col nome di Rutilio e sarebbe conservato in Puglia da un gruppo dedito alla magia. All'inizio del 1900 ci fu una vicenda inquietante nella zona di Cuneo, dove furono bruciate pubblicamente tutte le copie de "il libro del comando", ma proprio nella zona di Cuneo e precisamente nel villaggio di Elva, si svolge la storia più importante di tutta questa vicenda.
Molti anni fa un prete di Elva, trovò un libro molto antico scritto con caratteri sconosciuti che conteneva simboli strani e disegni di creature mostruose. Col passare del tempo il prete riuscì a decifrarlo e scoprì che quel libro gli dava poteri straordinari in grado di evocare le forze del male. Lui non lo usò mai per scopi malavagi anche se molta gente del posto era pronta a giurare di aver visto più volte fenomeni bizzarri nella zona. Purtroppo un giorno accadde l'imprevisto: il prete uscì di casa lasciando incustodito il libro e mentre lui era fuori arrivò uno straniero che fu accolto dalla sua perpetua. Mentre l'uomo lo aspettava in salotto, fu attratto da quel libro misterioso e provò ad aprirlo cercando di leggere qualcosa ma, senza volerlo il visitatore scatenò le forze del male sconvolgendo tutto il territorio di Elva. Il prete che stava rientrando, capì subito che qualcuno aveva usato il suo libro e in tutta fretta tornò a casa riusciendo a mettere fine a quei fenomeni spaventosi.
.Da quel giorno il prete tenne il suo libro chiuso in un posto segreto fino al giorno della sua morte e nel suo testamento chiese di farlo murare in un pilastro della sua casa. Si fa fatica a credere alle leggende ma molti abitanti di Elva forse non la pensano così.
.Da quel giorno il prete tenne il suo libro chiuso in un posto segreto fino al giorno della sua morte e nel suo testamento chiese di farlo murare in un pilastro della sua casa. Si fa fatica a credere alle leggende ma molti abitanti di Elva forse non la pensano così.